Categorie
Senza categoria

Libia: turismo di altri tempi

Libia: turismo di altri tempi.

La Libia è il mio primo viaggio “estremo” dall’inizio della pandemia, cioè da marzo 2020 quando dovetti precipitosamente tornare a casa da Mogadiscio perché le frontiere stavano per chiudersi.


Paradossalmente dalla Somalia (uno dei Paesi più pericolosi al mondo) mi muovevo per dirigermi verso il luogo più afflitto dal Covid, cioè l’Italia. (Iran, Corea del Sud e Italia erano le zone dove non andare con poche compagnie disposte a continuare i voli).


Le notizie erano scarse e la paura tanta, al punto che in Somalia, chi si occupava della mia sicurezza (4 uomini su una macchina che mi precedeva con armi in bella vista) voleva fare il suo lavoro a tutto tondo: consigliarmi di restare a Mogadiscio dove il Covid non c’era!

Libia: un Paese legato all’Italia


Anche questo in Libia è un percorso decisamente al contrario: in milioni sognano di arrivare in Italia e quasi nessuno percorre la direzione inversa. Il turismo non è consentito.Si può però viaggiare per business per cui l’Ambasciatore ha lasciato la sua disoccupazione e si è trasformato in un consulente petrolifero per un breve periodo.


La Libia è un Paese pieno di problemi, ma offre delle perle che forse non si trovano neppure a Roma.


Leptis Magna (in foto copertina) è incredibile ed è completamente vuota. C’ero solo io. Per cui il consulente petrolifero può sentirsi come appartenere ad un’altra epoca del turismo. Quella dove per raggiungere ogni meta era richiesto uno sforzo enorme. Chi arrivava sentiva di aver meritato di essere lì, era tutto speciale, si era circondati dalla storia: allo stesso tempo però questo senso di “conquista” ti trasformava in una persona poco rispettosa.


Il turismo di un altro tempo era segnato da turisti temerari ma poco lungimiranti. Mettevano sempre qualcosa in tasca, trasformavano l’arte in souvenir, calpestavano i mosaici rimasti, salivano su pezzi di storia per fare una foto più bella (niente macchine fotografiche permesse in Libia!), accarezzavano ogni colonna. In tanti, troppi, lasciavano le loro iniziali o volevano “essere parte del tutto” in qualche modo disastroso.


Comunque state tranquilli, io sono un consulente petrolifero moderno, per cui mi godo l’unicità ma senza voler entrare nella scena. Giusto una considerazione su come si diventa arroganti quando si pensa di aver “conquistato” qualcosa.