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La Miniera di Bougainville

Ieri abbiamo visto il NO alle miniere in Groenlandia e oggi esploriamo la miniera di Bougainville.

Ma davvero le miniere possono causare problemi così grandi?


La risposta è sì. Una delle tristi ribalte mondiali si è avuta con l’isola di Bougainville. Il nome è quello del famoso esploratore francese, ma l’isola, dal 1885 fu sotto dominio tedesco visto che è nella “parte nord” di Papua. Poi passò all’Australia, fu conquistata dai Giapponesi, infine si trovò con Papua Nuova Guinea (PNG) 🇵🇬 nel 1975 al momento dell’indipendenza.

Ora, in PNG, ogni tribù ha la sua lingua e unicità, però in linea di massima Bougainville è proprio separata: appartiene alle Isole Salomone 🇸🇧. Le quali isole erano colonia britannica e avranno indipendenza qualche anno dopo PNG. Etnicamente chi è nato a Bougainville si sente più legato alle Salomone. Il colore della pelle è anche visivamente più nero dei Papuani.

La miniera di rame e oro di Bougainville

Quando al centro dell’isola di Bougainville fu trovata una delle più grandi miniere del mondo di rame e oro, cominciarono i problemi. La miniera venne sfruttata dalla famosa e famigerata compagnia “Rio Tinto”, un’azienda tra le più grandi al mondo in quel campo.
I danni ambientali furono enormi, avvelenamenti, deformazioni alla nascita, tumori a cui si aggiungeva un chiaro sistema di gerarchie, tutto a danno dei locali. In cima alla scala i bianchi, principalmente Australiani, poi i Papuani imposti dal governo corrotto, infine, i Bouganvillani, più neri di pelle, a fare il lavoro pericoloso, poco pagati.

I ribelli combattono


Il sangue che non si era versato né per colonizzare, né per ottenere l’indipendenza, cominciò a scorrere perché nell’isola alcuni gruppi cominciarono a combattere. La rivolta, che certamente aveva delle buone ragioni dalla sua, degenerò presto: il leader dei ribelli nel 1990 dichiarò l’indipendenza dell’isola e si proclamò Re, con incredibili scandali economici dovuti al fatto che i ribelli si rubavano i soldi.

Poi Tra loro scoppiarono conflitti tribali, insomma non mancò nulla e furono una ventina di anni di guerra civile, con circa 15 mila morti.
Il più grande conflitto in Oceania dopo la Seconda Guerra mondiale. La miniera rimase chiusa.
A combattere contro i ribelli arrivarono anche gruppi di mercenari dal Sudafrica che appartenevano alla Sandline International, pagati dal governo.


Per cui sì, può essere un bel casino!

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