Esattamente 40 anni fa si risolveva la crisi degli ostaggi proprio mentre si insediava un altro Presidente alla Casa Bianca. Ronald Reagan aveva sconfitto Carter alle elezioni. Ad avere un peso nel risultato fu nientemeno che l’Iran rivoluzionario che con la crisi degli ostaggi teneva in prigionia una cinquantina di Americani. Le persone erano senza libertà da oltre 1 anno.
Questa crisi fu ciò che davvero rovinò definitivamente i rapporti tra Iran e Stati Uniti, inimicizia che continua ancora oggi.
Perché l’Iran prese degli ostaggi? E perché li liberò al cambio di Presidenza?
La storia è questa. Stati Uniti e Inghilterra (insieme ai chierici iraniani!) avevano architettato – o quanto meno supportato – un colpo di Stato. Questa loro ingerenza permise allo Shah di rimanere al potere nella lotta contro il Primo Ministro Mossadeq (democraticamente eletto, sospettato di essere vicino ai comunisti) nel 1953.
L’assalto all’ambasciata
Ebbene, comprensibilmente, durante la Rivoluzione nel 1979 l’ambasciata americana era una sorvegliata speciale per prevenire eventuali altre ingerenze. Pochi mesi dopo la proclamazione della Repubblica islamica, alcuni “studenti” presero – qui invece incomprensibilmente – in ostaggio i diplomatici americani e tutti coloro che si trovavano dentro l’ambasciata. Questa crisi degli ostaggi non è chiaro se si sia avuta su impulso di Khomeini o meno, di certo la Guida Suprema non fece nulla per dissuadere né poi li pregò di interrompere questa loro azione criminosa.
Fu un avvenimento senza precedenti nella sua portata. Khomeini non si cura delle leggi del diritto internazionale, anzi, magnifica la rivincita: era ora l’Iran a intromettersi in affari americani, al punto che la crisi degli ostaggi di Teheran, che si protrasse per oltre un anno, divenne un argomento di politica americana con forti ripercussioni in affari domestici.
La liberazione
Gli ostaggi furono rilasciati alla fine in cambio delle sblocco di somme di denaro in America che appartenevano a degli Iraniani. Ma la cosa interessante è il giorno della liberazione, cioè il 20 gennaio 1981! Infatti la liberazione si ebbe proprio nel momento in cui Reagan entrava alla Casa Bianca. Per l’Iran era un trionfo. Il Presidente in carica aveva perso le elezioni – forse – anche per via della crisi degli ostaggi. E li rilasciarono proprio il primo giorno della nuova presidenza per farlo notare, o – forse – perché Reagan avrebbe anche potuto decidere di muovere guerra aperta all’Iran. Inizialmente l’Iran per la liberazione degli ostaggi, voleva che gli Stati Uniti mandassero indietro lo Shah che era in America per essere curato.
Dalla prospettiva di Khomeini, così come l’America aveva pilotato (nell’ombra) un colpo di Stato senza rispettare le regole oltre 25 anni prima, ora l’Iran non rispettava (apertamente) le regole. L’Iran aveva piacere nell’essere visto come completamente fuori controllo. Gli altri Paesi musulmani stendono tappeti rossi all’arrivo degli Americani? Khomeini li sfidava senza paura.
Le conseguenze
Tale assalto all’ambasciata e la crisi degli ostaggi hanno conseguenze che vengono pagate ancora oggi a caro prezzo dall’Iran: tutti coloro che lavorano in diplomazia per ogni Paese del mondo, hanno ben presente cosa accade e quanto poco riguardo ci sia stato. Questa diffidenza non è cancellata neanche dai 40 anni già passati…
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