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I Cani di Amundsen

Andaimo alla scoperta dei cani di Amundsen perché furono fondamentali.

Amundsen fu il leader della prima spedizione che raggiunse il Polo Sud nel 1911.

Era un pattinatore e uno sciatore eccezionale. Aveva vissuto con gli Inuit e imparato da loro come vestirsi, come proteggersi usando proprio la neve e cosa mangiare per sopravvivere a quelle temperature (grasso, non carboidrati). Inoltre uno dei fattori chiave del suo successo fu la scelta dei cani…

Già, i cani. Che avevano di speciale? Domandiamo prima a Marco PoLLo, ma tu sapresti rispondere al quiz della immagine in copertina?

Ecco la risposta!

Amundsen aveva imparato a gestire dei cani forti, resistenti e cannibali. Così potevano essere usati come carne per gli uomini e appunto per i cani. Non solo, ma fu un programmatore meticoloso, lasciò depositi con cibo lungo la strada per marciare più spedito e leggero, ritrovò tutto sulla strada del ritorno.

Raggiungere il Polo Nord è più semplice ma non si possono lasciare le provviste per la strada perché le correnti muovono di continuo la banchisa del ghiaccio e non verrebbero ritrovate, inoltre non si può sperare di cacciare un pinguino strada facendo…

Scott (l’avversario nella corsa al Polo Sud) aveva con sé dei cani ma erano principalmente gli uomini a spingere le slitte con il necessario. Aveva puntato su “moderne” tecnologie che all’epoca erano ancora troppo primitive e l’uso di pony si rivelò pure disastroso. Oggi ovviamente la tecnologia è superiore a qualunque esperienza o saggezza passata.

La base scientifica che si trova al Polo Sud si chiama Amundsen-Scott. Forse per omaggiare anche l’Inglese che perse di poco la corsa e morì nel ritornare. Forse perché nonostante la competizione tra i due, il doppio nome riflette meglio la splendida cooperazione internazionale che si ha in quel luogo.Se vuoi approfondire la conoscenza dei luoghi del grande freddo nel mondo, c’è il mio libro, disponibile QUI.