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Il Papa in Iraq

Il Papa è in viaggio verso l’Iraq. E’ la prima volta di un Pontefice in quelle terre.


Il viaggio viene definito ovviamente di pace e speranza. Un viaggio finalizzato a visitare il luogo di nascita di Abramo.
Abramo è una scelta eccellente per non escludere nessuno, è Patriarca per Ebrei, Cristiani e Musulmani. Le tre religioni vengono proprio chiamate “abramitiche” con lo scopo di trovare i punti in comune e non le divergenze (le relazioni ristabilite tra alcuni Paesi arabi e Israele sono state definite “accordi di Abramo”…).


Il Papa incontrerà anche un importante leader religioso sciita che la pensa ben diversamente dai clerici al potere in Iran.

I Cristiani in Iraq


Ma il Papa in Iraq va anche a portare conforto e speranza ai 300 mila Cristiani rimasti. Pare fossero 1,4 milioni nel 2003.


Sono andato in giro negli stessi luoghi che il Papa sta per visitare: sinceramente che ci siano ancora 300 mila Cristiani, lo dubito. Una delle chiese più grandi da me visitate non riesce oggi ad avere neanche un fedele durante la messa della domenica.


La storia, in circostanze come queste, sembra insegnare purtroppo che la violenza paga. L’espressione “fare terra bruciata” che leggiamo spesso, non è solo un modo di dire. E’ la realtà. Se oltre a cacciare via un certo gruppo/etnia/nazionalità/religione etc. bruci le loro case, le loro terre, “avveleni i pozzi” per usare una altra espressione che va presa alla lettera… ebbene i nemici, gli infedeli, non tornano più. Io verrò magari sconfitto, ma in realtà avrò vinto.
Questa è la prospettiva di un terrorista.

Che sia un singolo che si fa saltare in aria a un concerto oppure che si aggreghi allo Stato Islamico per combattere in maniera organizzata. Come tanti hanno fatto pensando di essere uno dei fondatori del Califfato, di diventare una donna moglie e madre di combattenti. Perdere può equivalere a vincere quando l’obiettivo è dare un minuscolo contributo alla causa nel corso dei millenni.
In queste lotte la prospettiva è quella del lungo periodo.

Espansione iniziale


Dalla prospettiva di un terrorista quelle erano terre cristiane, è arrivato l’Islam e lo sono state sempre meno, l’ultima spallata è avvenuta ora.Non solo: questo processo si è avuto, sempre ai loro occhi insanguinati e pieni di odio, nonostante le grandi potenze mondiali a supportare i Cristiani! Eppure hanno vinto lo stesso, come a dire che nulla li può fermare. I primi fedeli dell’Islam uscirono dall’Arabia e conquistarono terra ai Romani e ai Persiani. E’ un successo talmente travolgente che per dare una idea, gli storici fecero il paragone con gli Inuit che dalla Groenlandia conquistano terre agli Stati Uniti e alla Unione Sovietica. Fantascienza.

Ma storicamente l’incredibile si ebbe e durò, con alterne fortune, nel tempo: i maestosi eserciti di Francia e Russia si ergevano a difensori di Cattolici e Ortodossi (talvolta sinceramente, talvolta per avere un motivo “nobile” per intervenire). Di recente ovviamente gli Stati Uniti sono visti come un esercito cristiano. Ma lo è nuovamente anche la Russia, ad oggi ancora il secondo esercito al mondo.Il massimo che hanno ottenuto questi potenti eserciti (i Crociati erano un accozzaglia di tutto e non proprio organizzati, inoltre sono durati relativamente poco in Medio Oriente) è stato qualche miglioramento della condizione dei Cristiani nell’Impero Ottomano nel XIX secolo, riprendersi la Grecia perché culla della nostra società, e oggi, ai Cristiani in Iraq, sono arrivati solo un po’ di soldi e aiuti a rilocarsi.
Questa è – ribadisco – la prospettiva di un terrorista fanatico.


Fa bene il Papa ad andare di persona in Iraq, perché così, oltre al conforto, mostra anche un po’ di presenza.

Il libro sull’Iraq di Turismo Estremo


Da “Pellegrino Scettico” e da osservatore, vi faccio presente che ho scritto un libro che racconta l’Iraq moderno, Saddam e tutte le sue giravolte, la guerra del Golfo, l’invasione americana senza prove di armi di distruzioni di massa, Al-Qaida e ISIS. Lo trovate al link al primo commento. Nel libro ci sono pochissimi fatti, forse nessuna data, solo i MOTIVI (giusti o sbagliati che siano) che animano i protagonisti. E poi c’è Marco PoLLo con qualche quiz…


Vi garantisco che è bello occuparsi di politica internazionale, perché la politica nostrana, con una ricaduta sulla vita in tempo reale, ci costringe sempre a stare appresso al quotidiano, alle piccolezze. Su terre più lontane possiamo provare ad allargare la visuale. Perché guardando e studiando bene in giro, per fortuna, ci si accorge che non sempre la violenza paga. Anzi.
Comunque ora seguiamo il viaggio del Papa che unisce attualità e storia.

Il mio libro è disponibile QUI.