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Il Papa incontra al-Sistani

Il Papa incontra al-Sistani, l’uomo che vedete in foto copertina in visita privata.


L’incontro è storico per il dialogo interreligioso certo. Sono due religioni vicine, i Cattolici portano la croce, gli Sciiti sono gli sconfitti temporanei, la minoranza costretta a soffrire perché loro sarà la vittoria finale. Gesù e Hussein entrambi muoiono per gli altri. Al-Sistani dirà che i Cristiani possono vivere in pace in Iraq insieme ai Musulmani. Il Papa dirà che ci sono grandi valori che uniscono tutti e tante altre belle frasi che in un mondo dove la gente segue ciò che dicono i religiosi, hanno grande importanza oltre che forma.


Ma questo è anche un incontro con risvolti politici


Il Papa incontra al-Sistani anche per motivi diversi. L’intervento americano in Iraq ha messo fine al regime di Saddam Hussein. Ma ha anche messo fine – involontariamente – a circa 500 anni di dominio Sunnita in terre a maggioranza Sciite.Tutto l’IraN (N!) è Sciita e dunque gioì dell’intrusione americana in IraQ che di fatto li favorì.


Al-Sistani è proprio nato il Iran, ma è oggi il chierico sciita con maggiore autorità in Iraq. Il chierico NON ha sostenuto i governi sciiti iracheni che si sono avvicinati troppo a Teheran. Al-Sistani ha compattato una nazione nella lotta contro lo Stato Islamico. I suoi appelli hanno portato alla formazione di Hashd al-Shabi, cioè milizie di volontari che combattevano. E lo facevano laddove l’esercito regolare iracheno si squagliava come neve al sole.
Io, nonostante fossi in compagnia di un dipendente del Ministero del Turismo iracheno, ad ogni check point (ce ne sono centinaia) dovevo chiedere l’autorizzazione al passaggio alle milizie. Cioè a queste unità che rispondono – di fatto – ad al-Sistani.


Non solo: al-Sistani ha condannato l’intervento americano e chiesto che si ritirassero. Eppure è ben visto da tutto l’Occidente, perché la sua visione della religione sciita è “quietista”. L’Islam è una religione ma anche un sistema di vita onnicomprensivo. E’ inscindibile dalla politica diversamente da altre religioni. Dunque, all’interno di questo quadro, al-Sistani predica, nei limiti del possibile, che la religione si faccia da parte. La religione deve rimanere principalmente nella sfera privata. In sostanza sta dicendo all’Iran, teocrazia sciita, che stanno sbagliando tutto.

Per l’Occidente al-Sistani è perfetto: si mostra allo Stato Islamico che hanno mandato via i Cristiani, ma solo affinché ora comandino gli Sciiti, acerrimi nemici loro, molto più dei Cristiani! E così facendo però non consegni l’Iraq nelle mani – o sotto la forte influenza – dei pazzi sanguinari iraniani.

Per approfondire c’è il mio libro su Sciiti e Sunniti disponibile QUI.