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L’Iran eletto alla Commissione sui Diritti alle Donne

Ieri l’Iran 🇮🇷 è stato eletto alla Commissione delle Nazioni Unite sui diritti alle donne.


Questo organo ha come compito primario il valutare i progressi nel campo dell’eguaglianza di genere. Identificare le nuove sfide, stabilire standard globali e formulare politiche concrete per promuovere l’uguaglianza, etc.

In Iran le donne sono cittadini di serie B. O meglio i chierici direbbero “uguali agli uomini ma con compiti diversi” nella società. Cioè inferiori. Tutti sanno che devono coprire i capelli o rischiare la galera. Ma c’è molto altro: l’età minima per sposarsi è 13 anni, per un matrimonio temporaneo non c’è età minima. Le donne non possono viaggiare all’estero senza il permesso del marito. Hanno limitazioni enormi alla carriera visto che lo Stato è in mano al clero e sono ovviamente tutti uomini, etc.


La politica si fa con l’inclusione, esistono teorie di altercasting. Capisco anche eleggere membri che razzolano male ma almeno predicano bene o a chiacchiere, si impegnano a migliorare.


Ma con l’Iran c’è poco da fare: pensano che queste regole vengano direttamente da Dio e dunque non c’è molto spazio di manovra.
Pensate alle povere donne iraniane che già si sentono abbandonate: ora devono leggere che l’Iran è stato eletto alla Commissione sui Diritti alle Donne. Cioè scoprire che chi dovrebbe fare qualcosa per loro, ha tra i membri, proprio i loro aguzzini.


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