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Si vota in Groenlandia

Oggi si vota in Groenlandia 🇬🇱.
Al centro del dibattito politico c’è lo sfruttamento delle risorse del sottosuolo. Dare o non dare autorizzazione a scavare a una grande azienda mineraria australiana (ma con motore cinese)?

La Groenlandia è danese


Ovviamente si avrebbero più soldi per la comunità ma danni ambientali, ingresso della Cina nell’area, ricadute nei rapporti con la Danimarca.
In tutta la Groenlandia vivono meno di 60 mila persone. E’ come se votasse un paesino. Ma è l’isola più grande del mondo e decisioni simili incorporano grandi temi che esistono da decenni o addirittura secoli.
A me interessa analizzare come in luoghi del genere nessuno possa avere una posizione assoluta, eppure mi pare che tutti la abbiano. E non parlo solo delle miniere.


La Groenlandia è danese. La Danimarca è stata una grande potenza. Possedeva, tra le terre meno note, città in India, qualche territorio ai Caraibi, un pezzo di Ghana in Africa. Fino a che fece l’errore di schierarsi con Napoleone. Per cui nel 1815, quando si ridisegnò in parte l’Europa a tavolino, perse molto territorio come “punizione” ma finì con il conservare la Groenlandia. I Danesi sono stati i soliti colonialisti cattivi? Certo, la Danimarca dell’epoca fu purtroppo molto attiva anche nel commercio di schiavi, tanto per darvi il quadro (lo fece altrove, non in Groenlandia). Ma sono tempi passati.
Oggi la Danimarca ha offerto ripetutamente l’indipendenza alla Groenlandia ma è la Groenlandia che non vuole, vivono di sussidi danesi! Vogliono decidere loro per tutto ciò che li riguarda ma continuando ad essere mantenuti dai Danesi. Ipocriti? Certo.

Caccia e Pesca in Groenlandia


L’ipocrisia si è avuta però anche da parte europea, quando si è chiesto alla Groenlandia di vivere rispettando tutte le regole della EU. Al punto che La Groenlandia ha dovuto abbandonare la Comunità Europea (1985) proprio per non dover seguire le nuove regole su caccia e pesca. Restrizioni che hanno senso in gran parte del mondo, ma non in Groenlandia dove c’è poca popolazione e tutta la loro vita e cultura orbita intorno a prodotti animali. Si scaldano mangiando e bruciando il grasso animale visto che non c’è legna, si vestono con le pelli di animale, sono un popolo quasi completamente carnivoro. Del resto, se non c’è agricoltura…


Oggi in Groenlandia, non più EU, ci sono regole speciali per gli Inuit relative a caccia e pesca. Gli Inuit hanno delle quote; dove sono stato io potevano cacciare fino a 35 orsi bianchi l’anno (niente orse con cuccioli). Possono cacciare certi animali ma non venderne carne e pelli, solo autoconsumo. Altri prodotti animali possono essere venduti solo in Groenlandia e magari hanno delle etichette appese in cui spiegano perché hanno cacciato l’animale. Sì, gli Inuit si sono trovati costretti a dover spiegare a qualche sostenitore di Greenpeace, la cui conoscenza non va oltre la boccia con il pesce rosso dentro casa, sul perché pescano e cacciano per sopravvivere! E ovviamente i danni all’ecosistema non li hanno fatti gli Inuit come visto nel post sulle balene qualche giorno fa per esempio.

Cina e polar silk road per la Groenlandia?


In Groenlandia si stanno sciogliendo i ghiacci. Gli Inuit forse sono contenti, ma questa grande massa di acqua dolce che si riversa nell’Oceano ha effetti non sempre prevedibili. Nel piccolo è lo stesso rischio di ciò che accade in larga scala in Antartide. Con lo scioglimento più terra diventa disponibile. E’ certo che vi siano metalli utili in grande quantità ora più facilmente estraibili e infatti la Cina si mostra pronta a scavare e costruire infrastrutture in una terra dove quasi non ci sono strade o altro. Più volte abbiamo parlato della “Nuova via della Seta” cinese, qui i Cinesi si offrono di creare una “polar silk road” che per la Groenlandia potrebbe essere positiva. Ma a che prezzo? Nessuno vuole la Cina anche lì, non l’Europa, non la Russia!
E se però vuoi l’indipendenza, non puoi usare gli animali, apparentemente restano sole le risorse del sottosuolo, oltre al turismo e forse al vendere acqua (se la trasportano nel mondo dalle Fiji, perché non dalla Groenlandia?).

Scenario USA per la Groenlandia


Si vota oggi in Groenlandia, ma non al centro del dibattito, il fatto che di certo a non voler la Cina sono gli USA. Infatti l’alternativa potrebbe essere quella di diventare parte degli Stati Uniti (geograficamente ha senso essere in America). Sono decenni che l’America prova a comprare la Groenlandia, recentemente ci ha anche provato Trump. Diventare USA qualche decennio fa voleva dire che tutto sarebbe stato funzionale alla guerra fredda e infatti non ci sono strade ma tanti aeroporti costruiti dagli Americani (come in Islanda). In foto nelle dimostrazioni di sicurezza su Air Greenland non c’è solo il giubotto gonfiabile ma anche quello per sopravvivere al freddo!
Thule (località in Groenlandia), oggi, ha una base americana con – probabilmente – ancora le atomiche. Vi rendete conto che la Danimarca, con la sua geografia, blocca la flotta sovietica di San Pietroburgo e della exclave e in più ha la Groenlandia? Paese chiave veramente per la sicurezza mondiale. Però oggi vendersi all’America sarebbe diverso? Diventi il 51esimo Stato stile Alaska o qualche territorio di serie B? Gli USA continuerebbero a mantenerli al posto della Danimarca?


Da ultimo ovviamente, si vota oggi in Groenlandia con tante buone intenzioni e ipocrisia, proprio come le avevano colonizzatori, imprenditori, ecologisti e militari, e come le hanno anche i missionari (Norvegesi storicamente) che tanto rispettano la loro cultura a parole, ma vogliono convertirli a un nuovo Dio che suggerisce credenze e regole di vita completamente diverse.


Dunque non è mai così facile. Oggi si vota in Groenlandia ma o non voto, se come me vuoi partecipare a distanza perché non ti leggi il mio libro su questi luoghi disponibile QUI?