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20 anni senza Statue

Sono già 20 anni da quando i Talebani lasciarono Bamiyan senza le statue di Buddha.
Per ricordare è stata organizzata una proiezione in 3D, proprio nelle nicchie che li ospitavano per far rivivere le statue. E’ la stessa nicchia della copertina del mio libro.
I Talebani distrussero le statue, nel 2001 perché blasfeme, veneravano un altro Dio. L’Afghanistan, un tempo lontano era buddhista e ora è completamente islamico. Ma blasfeme anche perché le statue lo sono sempre per le persone che prendono la religione alla lettera: è troppa la paura che diventino idoli, cioè che vengano venerate PER CIO’ CHE SONO invece che PER CIO’ CHE RAPPRESENTANO.


[proprio lo stesso errore che noi facciamo con gli Induisti]


Nella Bibbia in Esodo 20.4


“Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra”.


Gli Ebrei mantengono tale divieto assoluto. Persino i Buddhisti che in Afghanistan realizzarono statue giganti, inizialmente non rappresentavano Buddha. Si usavano le sue orme, cioè mostrare la sua presenza tramite l’assenza! Poi un cavallo senza cavaliere, poi le statue andavano bene ma solo per Buddha che ancora non aveva trovato l’illuminazione.

I Cristiani avevano la regola tra i Comandamenti e prima di far cadere il divieto furono ondivaghi, perché inizialmente rappresentarono Gesù solo come un pesce, per esempio, ma poi prevalse l’influenza greca che spingeva verso la rappresentazione.

L’influenza greca sulle statue di Bamiyan


E l’influenza greca era presente anche in queste statue giganti, alte 50 metri l’una e 35 l’altra. Infatti, le vesti del Buddha erano chiaramente greche e mostravano la fusione tra la cultura europea e quella asiatica.
Qui, nei monti dell’Hindukush, si ha una delle poche testimonianze certe di tale incontro, avvenuto al tempo delle conquiste ed esplorazioni di Alessandro Magno.


Sono già passati 20 anni senza queste statue che avevano resistito per 1500 anni, erano sopravvissute persino ai Mongoli. I Talebani le distrussero in maniera spettacolare e le usarono anche per fare propaganda tra la gente dicendo che “l’Occidente si preoccupava tanto delle statue, ma non della gente che moriva nella guerra civile in corso in Afghanistan”.